Notes

continuo da solo, col tuo posto vuoto, e rileggendo la conversazione trovo i tuoi attacchi decisi che mi fanno battere il cuore...
e siamo rimasti fuori col culo per terra...

e invece ecco come andrebbe quel giorno che uno dei due prenderebbe la via del posto dove trovare l'altro, o perché no, vedersi a ferrara, che mi sa quasi di metà strada, ma forse mi inganno e sono troppo in preda al desiderio per controllare e allora va bene ferrara, come in un film di Antonioni, e c'è la nebbia, e ci vediamo e abbiamo giacche pesante e la faccia fredda e ci scambiamo due baci e sento le tue guance fredde e... e ora? il problema della prima volta... con l'aggravante che noi già ci conosciamo, e anche "intimamente"...
più strade. chissà...
la prima: siamo sereni, perché la giornata è tutta nostra e prima ci godiamo un po' di compagnia e prendiamo fuoco a mano a mano... vedremo come... presumibilmente a partire da un doppio senso possibile che tu saprai sottolineare nelle parole dei nostri dialoghi e di sottinteso in sottinteso ci uniremo in un bacio che guiderà le nostre mani nei posto giusti... vedremo i dettagli...
la seconda: appena ci vediamo prendiamo fuoco, e ci prende anche il disagio di non poterci saltare addosso proprio lì perché magari lei/lui poi pensa che sono eccessivo/a e però non sappiamo come distrarre la situazione e allora "andiamo a prendere qualcosa di caldo..." e lì al bar sotto i portici sediamo e ordiniamo...
qualche istante di silenzio, difficile con una come te... ma parlo di istanti... poi ti prendo la mano... è fredda, ma il cuore ci rimbalza in gola... ti incrocio le dita, non uno ogni due tue, ma a caso, come viene, con forza... come a dirti con le mani che ti voglio intera, al buio, come viene viene, ma che sia tutta te...
tu mi senti e giochi a fare quella che dice lasciami la mano, ma il bocciolo è già una rosa e io posso sentirne le onde medie delle sue vibrazioni e le nostre anime ci ballano al ritmo...
stiamo per darci un bacio che farebbe appannare la vetrina accanto a noi, ma il cameriere ci porta il vassoio... facciamo colazione e le vibrazioni si attenuano... noi parliamo, tu parli di più, molto di più, si sa come sei tu, no? siamo a fine consumazione e la foga di parlare ti lascia una microscopica traccia di zucchero a velo a lato della bocca, un demone mi prende per mano e in un istante mi avvicino e mentre tu sei pietrificata mentre sembra che ti venga a baciare e invece io ti lecco via quello zucchero... e mi alzo, "andiamo"
splash...
siamo stracci che sventolano... la passione ci attorciglia le budella...
ti alzi chiedendomi, rossa, "ma... come?..." ma la traduzione dei tuoi balbettii è chiara al linguaggio degli amanti "voglio il tuo vòmere nella mia terra", "il tuo tulipano è il benvenuto, la mia rosa attende vibrante" stringimi forte e non staccarti più, schiacciami contro il mondo e soffocami del tuo peso, respiriamo in un unico movimento...
camminiamo ancora, ma mi fermi "no spiegami" dici. che ipocrita... giochi sempre a quella presa di soppiatto... ma è un bacio che vuoi e me lo chiami con le vibrazioni... ce lo diamo, forte, al freddo di fuori e quasi non ci piace, troppi vestiti tra le nostra mani che non riescono a farsi largo... "andiamo in camera" chi lo ha detto? tu? io? a passo lesto raggiungiamo il nostro albergo, le formalità della reception smorzano la passione, anzi la raffreddano proprio... non è come l'avevamo immaginato... prenderci senza avvertimento prima che la porta abbia finito di chiudersi alle nostra spalle... e invece siamo lì a dare documenti e firmare carte... saliamo, ma l'atmosfera è ormai compromessa irreparabilmente... chiudiamo la porta, ci spogliamo delle giacche e ci sistemiamo...
gli alberghi sono sempre un po' tristi per fare l'amore... la tristezza entra nella nostra stanza. tu, vai a fare la pipì...
quando esci io sono sul letto, ti invito a raggiungermi e ti sorrido: ci impieghi un attimo a trovare qualcosa da dire, tu sei fatta così...
alla terza frase il profumo della tua bocca che sto respirando avidamente mi guida a baciarti dolcemente e tremo mentre ti tengo la faccia tra due mani e mi godo il sapore della tua bocca. siamo dolci... ti sento rilassarti... ti levi il maglione, me lo levo anch'io... mentre spegni la luce... chissà perché alle donne la luce non piace... ma è giorno, la stanza è comunque illuminata... allora tiri un po' le tende... non del tutto, perché ti fermo, "voglio vederti, non fare buio... e sopratutto torna immediatamente qui a farti baciare"
siamo nuovamente attaccati per le bocche...
il desiderio ci chiama ad avvicinare il tulipano ai tuoi petali vibranti ma come si fa a rompere questo momento "magari lui/lei vuole un po' di dolcezza" e poi... godiamocela, Samantha è finalmente tra le mie braccia e la sua bocca qui attaccata alla mia e posso baciarla e accarezzarla e stringerla e sto giocando col fuoco perché la sensualità prorompente da ogni tuo movimento mi fa perdere completamente la testa e tremante di eccitazione...
qui non so più fare il soft core... sono al limite... io te lo scrivo così come mi passa per la testa (fanne tesoro: è come spiare nell'anima di un uomo in preda al desiderio) mischiandosi a ricordi, visioni, desideri e tanta immaginazione hard core...
...e tremante di eccitazione mi alzo, tiro io la tenda e creo il buio, poi torno a letto, mi levo la maglia e i pantaloni in un unico gesto che continua con quello di levarli a te, non fai in tempo a finire "aspetta" che ti sto già sulla rosa, come una ventosa e ti bacio meglio di come ti baciavo in bocca... forse la mia barba ti da un po' fastidio ma non ci penso più devi stare zitta e devi obbedire, ma tu sei impertinente e mi tiri su verso la tua bocca e non so bene se mentre ti bacio in bocca il fatto di sentire il tuo sapore ti piace o ti sconvolge, ma non voglio dartela vinta, sono in una fantasia hard core e allora mi divincolo e mi avvento sulla tua rosa e lottando ti ritrovi addosso a me il lato della rosa sulla mia bocca e la tua vicina al tulipano: ti bacio abbracciandoti come sul letto di morte e non ti permetto di muoverti... sento i tuoi capelli sul mio tulipano rigido, ti sforzi di ignorarlo anche se le tue guance ne sentono il turgore mentre ti dimeni...
e io ti bacio la rosa tenendoti stretta addosso a me... andando a fondo coi miei baci e giù sempre più giù in apnea e poi di nuovo fuori dove freno a malapena il desiderio di salire a leccarti tra natiche dove mi avvento infine pronunciando il tuo nome per intero "Samantha"...
è li mi stringi alla base, forte fino a farmi male e... forse ti deciderai a prendermi in bocca... ma ti prendo in braccio e ti impongo di inginocchiarti addosso a me... praticamente ti guido con forza attorno al mio tulipano lasciandoti scivolare con una lentezza che mi fare sentire ogni millimetro della tua carne e ci abbracciamo e quando sei giunta alla base restiamo lì a vibrare entrambi, esteriormente immobili, ma dentro siamo un pozzo di serpenti e ci diamo quel bacio che ci unisce stretti mentre suoniamo entrambi pericolosamente insieme... ti amo
da qui parte la versione, sempre hard core, di te con le scarpe... nelle fantasie come nei sogni la coerenza non è necessaria... a questo punto ogni seduta e finalizzata la piacere e serve per rendere più affinata quella successiva...