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Il tramonto dell'impero romano d'occidente è un argomento di storia che suscita ancora molto interesse. L'impero romano è stato una delle più grandi e durature civiltà della storia, ma alla fine è caduto. Ci sono stati molti fattori che hanno contribuito alla sua caduta, ma alcuni studiosi sostengono che la principale causa è stata l'eccessiva estensione dell'impero. L'impero romano si estendeva su un territorio così vasto che era diventato difficile da gestire e difendere. Inoltre, la popolazione dell'impero era in aumento e le risorse erano sempre più scarse. La situazione era resa ancora più difficile dal fatto che l'impero era costantemente minacciato da barbari che volevano invaderlo. Alla fine, questi fattori hanno portato alla caduta dell'impero romano d'occidente.

Il periodo storico noto come Invasioni Barbariche si colloca tra il IV e il V secolo d.C. ed è caratterizzato dall'arrivo in Europa di popolazioni provenienti dall'Asia e dall'Africa.
Queste popolazioni, dette "barbariche" perché agli occhi dei Romani erano considerate primitive e selvagge, metteranno in seria difficoltà l'Impero Romano fino alla sua caduta nel 476 d.C.
Le principali popolazioni che parteciparono alle invasioni furono i Goti, i Vandalici, i Longobardi, i Franchi e gli Alani.
I Goti furono la prima popolazione a mettere in serio pericolo l'Impero Romano: nel 251 d.C. infatti una loro tribù, guidata da re Cniva, riuscì a sconfiggere l'esercito romano nella battaglia di Abrittus.
Questa vittoria diede fiducia ad altre tribù che si unirono ai Goti nella loro avanzata verso sud: nel 378 d.C., guidati da re Fritigerno, i Goti sconfissero di nuovo l'esercito romano nella battaglia di Adrianopoli.
Dopo questa sconfitta l'imperatore romano Valenziano tentò di negoziare un trattato con i Goti, ma questi ultimi non accettarono le condizioni proposte e continuarono la loro avanzata verso Roma.
Nel 410 d.C. la città di Roma fu invasa e saccheggiata dai Goti: questo evento segnerà la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
I Vandalici furono un altro popolo che contribuì alla caduta dell'Imperatore Romano: nel 429 d.C., guidati da re Genserico, riuscirono a conquistare la città di Cartagine.
Dopo aver saccheggiato la città i Vandalici si spostarono verso nord e nel 455 d.C. riuscirono a conquistare Roma dopo un lungo assedio. I Longobardi furono un altro popolo che contribuì alla fine dell'Impero Romano: nel 568 d.C., guidati da Alboino, riuscirono a sconfiggere l'esercito imperiale nella battaglia di Monte Bardone e successivamente occuparono il Nord Italia fino alla città di Pavia. I Franchi furono un altro popolo che partecipò alle invasioni barbariche: nel 486 d.C., guidati da Clodoveco, sconfissero l'esercito romano nella battaglia di Soissons e successivamente occuparono gran parte della Gallia (odierna Francia).Gli Alani furono l'ultimo popolo ad arrivare in Europa: nel 409 d.C., guidati da re Respendial, attraversarono lo stretto di Gibilterra ed entrarono in Hispania (odierna Spagna). Dopo aver occupato gran parte della penisola iberica gli Alani si spostaronoe verso sud e nel 429 d.C.

I regni romano-barbarici furono una serie di regni che si formarono dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C. I regni erano principalmente guidati da sovrani barbari, anche se alcuni dei regni mantennero una forte influenza romana. I regni romano-barbarici erano generalmente più piccoli e meno organizzati rispetto all'Impero romano, ma alcuni di essi, come il Regno ostrogoto e il Regno visigoto, furono in grado di mantenere l'ordine e la prosperità per un certo periodo di tempo.

Giustiniano e la questione religiosa.
Il grande imperatore Giustiniano (527-565 d.C.) è stato un sovrano molto controverso, soprattutto per quanto riguarda la sua politica religiosa. Da un lato, infatti, è stato il promotore della cosiddetta "Riforma giustinianea", che ha cercato di unificare il cristianesimo sotto la sua autorità; dall'altro, però, è stato anche accusato di aver favorito il proselitismo dell'arianesimo, una dottrina eretica che negava la divinità di Cristo. In questo articolo cercheremo di fare un po' di chiarezza sulla questione, analizzando le varie posizioni in campo.

Giustiniano fu un fervente cristiano ortodosso e, come tale, era convinto che fosse suo dovere proteggere e diffondere la vera fede. Per questo motivo, nel 532 d.C., anno in cui scoppiò la grande rivolta Nika a Costantinopoli, fece arrestare i capi dei due partiti in lotta (l'imperatore Ariosto e il generale Belisario) e li condannò a morte. L'anno successivo, inoltre, promulgò il "Editto di tolleranza", con cui si impegnava a tutelare tutte le confessioni religiose presenti nell'impero, compresi i pagani e gli ebrei.

Dal punto di vista teologico, invece, Giustiniano si mostrò molto più tollerante nei confronti dell'arianesimo, che come abbiamo detto prima negava la divinità di Cristo. In realtà, l'imperatore aveva compreso che questa dottrina poteva essere utile per contrastare l'influenza del monofisismo (una corrente cristiana che affermava che Cristo possedeva solo una natura divina), che stava prendendo piede in Oriente. Purtroppo però questa scelta politica non fece altro che aggravare le divisioni all'interno del cristianesimo e favorire l'avanzata dell'islam.

L'impero romano d'Occidente cadde nel 476 d.C., quando l'ultimo imperatore di Roma, Romolo Augusto, fu deposto da Odoacre, un generale dell'esercito federale. L'impero romano d'Oriente, noto anche come impero bizantino, continuò a esistere per altri mille anni. L'imperatore bizantino Justiniano I (527-565 d.C.) tentò di reconquista l'Occidente, ma dopo la sua morte i generali bizantini persero le conquiste in Italia e in Africa del Nord. L'impero bizantino continuò ad esistere fino al 1453 d.C., quando fu conquistato da Ottomani.

L'impero romano d'Occidente fu restaurato nel 962 d.C., quando il re tedesco Otto I sconfisse Berengario II, ultimo re dell'Italia carolingia. Otto I si proclamò imperatore e trasferì la capitale dell'impero a Roma, ma l'Italia rimase divisa in numerosi stati feudali. L'imperatore bizantino Giovanni I Tzimiskes (969-976 d.C.) conquistò l'Italia meridionale e proclamò il suddetto territorio parte dell'impero bizantino, ma questa conquista non fu mantenuta a lungo dopo la sua morte.

L'imperatore Federico I Barbarossa (1152-1190 d.C.), un sovrano tedesco della dinastia sveva, tentò nuovamente di reconquista l'Italia, ma fallì nel suo intento. La guerra tra Germania e papato per il controllo dell'Italia continuò per diversi secoli e portò alla scissione della chiesa cattolica in due: la chiesa cattolica romana e la chiesa ortodossa orientale.
(pag 17-21)

     
 
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