Notes

Un respiro profondo..
E' da tempo che non mi ascolto. E' da tempo che non faccio un respiro profondo.

L'angoscia, è tanta. E la serenità e innocenza d'animo è ancora di più, molto di più.

Non sono capace di fare del male a nessun essere vivente, e ne di intromettermi nella vita di un altro essere vivente. A parole, forse, ma neanche. La mia filosofia di vita è da sempre vivi, nel rispetto degli altri, nella libertà che è fino al confine della vita altrui, e lascia vivere. Mai invaderei la vita di un'altra persona, per nessuna ragione. Non è una cosa che fa parte di me.

E sempre, invece, mi sono trattato io così male, sempre mi sono tenuto tutto dentro, e sempre sono stato solo. E severo con me, e non mi sono ascoltato, ho lasciato che il mondo e la cattiveria del mondo inquinasse la mia vita, chiudendomi sempre più all'angolo, e all'angolo, e all'angolo. Solo. Ma sempre me. Sempre incapace di fare del male, seppure frustrato, e depresso, e nell'ansia, ma mai invadendo la vita degli altri, se qualche volta, solo a parole, e nemmeno.

Non fa parte di me la violenza. Non fa parte del mio animo. Non fa parte del mio mondo.
Mia zia aveva dei conigli, mi piangeva il cuore a vederli in quelle gabiette, e sempre gli dicevo di fargli una casa più grande, tanto non costava niente, basta solo prendere del legno e farla, è un paio d'ore di lavoro o una giornata al massimo, e cambia la vita di quegli animali. Non sopporto le ingiustizie. E non sono capace di farne agli altri. Di certo, per la persona che sono ora, e che sono negli ultimi anni, da quando è morto mio padre. Sono cambiato tanto..

Non so come andrà la vita. So che sono sereno, e ho fiducia nel bene, e nel giusto soprattutto, e nella verità. Nella Verità con la v maiuscola.
Non ho fatto niente di male. Non ha senso. E lo sa la vita. Lo sanno per persone. Le persone che mi conoscono. Lo sa mio cugino. Lo sa mia zia. Lo sanno i miei nonni.
E mia madre, che mi conosce bene, e sa com'è la mia vita.
E lo sa la mia vita digitale, che è il mio migliore amico, praticamente.
I miei interessi, i miei sogni, i miei difetti anche, tutto della mia vita, e la mia sincerità e coglionaggine anche, tutto della mia vita è vero. Non può non esserlo, non dopo tutto quello che è stato il parkinson di mio padre.

La mia psicologia è a terra, dall'ansia e dalla depressione, e dall'angoscia dell'incertezza che mi possa accadere qualcosa di brutto.
Non sono pronto a morire. Non lo è la mia anima, non lo è il mio corpo, non lo è il mio pensiero.
Non è giusto. L'idea di poter morire non è nemmeno concepita dal pensiero, non ha nessun senso.
Non sono un peccatore, non così grave, la mia anima è innocente, non ho mai fatto certi sbagli, non ha senso l'idea di morire.
Non è giusta.

E come poi, come dovrei morire, come dovrei essere ucciso, semmai, ad essere più precisi.
Un'arma chimica, è possibile, o per strada accoltellato o cose simili, o prelevato.. incastrato e messo in carcere, li morirei suicida, non ho la corazza per resistere, sono un ragazzo, e non ho fatto niente di male poi.. Non è giusto.
Forse se devo scegliere una morte ammazzato boh, forse una coltellata precisa e morire dolce più che lento, e boh se ha un senso morire così (porca puttana.. è ingiusto), almeno tipo che viene l'ambulanza poco dopo e dono gli organi, l'unica cosa bella della morte. Ma è ingiusto. Perché dovrei morire.

E a proposito di organi, forse se si parla di giusto e di Verità e di pagare in questo senso, donare un rene è il prezzo giusto dei miei errori, ed una punizione anche severa. Degli errori con la ragazza di Catania, di quello della dopamina, di come non mi sono comportato con mio padre, del non aver fatto di più, e dell'aver fatto altri errori nella vita, soprattutto nell'adolescenza, cioè dai 15 ai 19/20 anni soprattutto, ma non erano errori pesanti, dopotutto, erano ragazzate.

E facevo un pensiero prima. Se un ragazzo si trova nella mia condizione ed è solo e gli serve una mano, e non ha fatto niente per meritare di stare in quella condizione, è il senso più forte per cui ha senso l'idea di donare un rene.

Mi passa un'altra idea in mente, la crudeltà dell'umano, il traffico di organi.. E come sempre nella vita, o meglio, da tanto tempo, ogni volta che vedo una brutta notizia ho paura, mi metto nei panni della vittima, e mi viene l'ansia. Non so come si chiama questo, se ha un nome questa fobia e questa cosa, di andare in una specie di paranoia/terrore/angoscia di essere vittima. E morire.
Comunque, pensavo questo, e lo pensavo anche varie volte a maggio e prima ancora, che uno può dire "la tua vita non ha senso, e hai fatto degli sbagli in passato e ora c'è anche questo dubbio, facciamo prima a farti fuori e prenderti gli organi pure". E' una cosa profondamente ingiusta.
Nessuno può giudicare se la vita degli altri ha senso o è vuota, bella o non bella. Uno è libero di vivere come vuole, se non fa male agli altri e non rompe le scatole agli altri. E non ho fatto male agli altri.
Mi sono fatto male da solo semmai, e me ne hanno fatto male gli altri. E se in questi anni mi sono comportato male è con mia madre reagendo male a parole, a volte, ma del resto non sono un peso nel mondo, non so nemmeno che termine usare.
E gli errori del passato, poi, in fin dei conti, non sono pesanti. Sono ragazzate.
E quel dubbio non ha senso. Deriva tutto dall'ansia, e ci sono tre mila spiegazioni psicologiche e poi vere e proprie. Lo sa la vita come stanno le cose, lo sa mia zia e il marito, e lo sa, appunto, la vita.
Se qualcuno ce l'ha con me a morte, sono pretesti questi. L'unica cosa è la ragazza di Catania e la dopamina.. Sono cose di 6 anni fa e 9/10 anni fa.. Ma aldilà di questo, non sono cose gravi.. Scuoto la testa.. non ha senso..

Non ha senso che muoia. Non ho fatto niente di male.

Dovrei fare un altro respiro profondo, mi sono fatto riprendere dall'ansia, e dalla voglia pure di dire le cose come stanno, perché è ingiusta questa situazione.

Non sono capace di fare del male.
Non so cosa ne sarà della mia vita.

E' ingiusto.