Notes

Tasso nasce a Sorrento nel 1544. Egli è un autore di transizione che segna la fine del Rinascimento in vista di un nuovo periodo storico, il Brocco. Il contesto storico in cui vive è contraddittorio e malinconico a causa della Controriforma, del clima di angoscia, degli effetti della rivoluzione scientifica già in atto dai tempi di Copernico, della realtà ambigua e mutevole delle corti, dei conflitti religiosi, della perdita di uniformità religiosa dopo la Riforma Protestante.
Ariosto, pur vivendo dello stesso periodo storico di Tasso, ha una reazione positiva a questi tipi di cambiamenti e gode della serenità ironica dell’inizio del Rinascimento.
Con la sua famiglia si trasferisce prima Salerno poi a Napoli dove studia presso una scuola gesuita, il padre sarà poi costretto ad abbandonare la famiglia per seguire il suo signore alla volta della Francia e incontrerà di nuovo suo figlio a Roma il quale lo accompagnerà in tutte le sue peregrinazioni, motivo per cui non avrà la possibilità di riabbracciare la madre che muore dopo pochi anni dal suo allontanamento. Da questo momento inizia un periodo di continuo peregrinare: prima si reca a Bergamo dalla famiglia paterna, poi a Urbino, e infine a Venezia, qui si respirava un clima di grande angoscia e paura causato dall’incombente minaccia turca, ed è proprio in questo ambiente che Tasso, quindicenne, inizia la stesura dei primi 116 versi della Gerusalemme Liberata che interrompe per iniziare la stesura del Rinaldo dedicato al cardinale Luigi d’Este, fratello di Alfonso II.
Tasso viaggia per molte corti al fine di trovare l’approvazione da parte di un signore e al fine di essere accolto e riconosciuto per ciò che scriveva, non fu mai soddisfatto del suo desiderio, infatti si definiva un “peregrino errante”. Il senso di smarrimento, fisico e mentale, che lo caratterizza dopo la morte della madre, si riflette anche nella sua produzione letteraria.
Dalla contrapposizione tra la figura autoritaria paterna e l’allontanamento della madre, secondo un’interpretazione psicoanalitica, ne deriva una tensione fra due poli.
Il padre lo esorta ad intraprendere gli studi di diritto ma egli si dimostra più propenso e interessato allo studio filosofico e letterario che viene stimolato dall’ambiente padovano e bolognese che frequenta: Padova rappresenta uno dei centri universitari più grandi dell’aristotelismo italiano. A Bologna, invece, frequenta ambienti universitari in cui ha la possibilità di conoscere persone di grande spicco culturale.
Nel 1565 si trasferisce a Ferrara: quest’ambiente sembra inizialmente capace di garantire accoglienza e riconoscimenti per il poeta, aspetto che culmina nell’accoglienza del poeta nella corte Estense grazie all’intercessione di Lucrezia D’Este nel 1572 e, nel 1573, con la rappresentazione teatrale della favola boschereccia dell’Aminta. Ha intenzione di scrivere a scopo celebrativo per la famiglia D’Este.
Nel 575 fa leggere la Gerusalemme Liberata al duca Alfonso II ad altri suoi amici padovani ma fu molto criticato perché non rispettava la trinità aristotelica, quindi, da questo momento, inizia un periodo di lungo labor limae dell’intera opera finalizzato all’approvazione e al consenso degli altri e di sé stesso da cui ne consegue un’eterna insoddisfazione, che lo porterà a:
• Autodenuncia all’Inquisizione ritenendosi eretico.

La rigidità controllata della corte non sarà mai capace di comprendere il suo animo tormentato e inquieto, per questo motivo, impazzisce.

Primo segnale di pazzia
• Reclusione nel palazzo ducale per il tentato accoltellamento di un servo che sosteneva lo stesse spiando. (dal quale scappò rifugiandosi a Bologna e a Sorrento dalla sorella).
Viene poi riaccolto alla corte di Alfonso II, ma, una volta in servizio, perde tutti i privilegi di cui godeva prima della suo esilio perché Alfonso II non voleva attirare l’attenzione dello Stato Pontificio per i sospetti di eresia dopo lo scandaloso episodio di Renata di Francia. Avendo manifestato ancora segni di squilibrio mentale, i fu invitato dal duca a ritirarsi nel convento di S. Francesco e di conseguenza egli fuggì viaggiando per molte città fino a ritornare nella corte estense ma in un eccesso d’ira, insultò Alfonso II, gesto che gli costò la libertà: fu rinchiuso infatti nell’ospedale di Sant’Anna in cui la sua situazione mentale peggiorò ma, la prigionia non gli limita il lavoro letterario. Tasso, una volta uscito, dopo 7 anni, tra Napoli e Roma, riprende la continua peregrinazione durante la quale scrive:
• Il re Torrismondo
• Monte Oliveto
• Gerusalemme conquistata (priva di tematiche amorose, favorisce una tonalità religiosa)
Muore nel 1595 prima di ottenere l’incoronazione poetica.


Due elementi fondamentali che lo caratterizzano:
• Abbandono ad una sensualità nativa che coinvolge temi legati all’esplosione dei sensi in contrapposizione ai sensi di colpa che lo tormenteranno nella seconda parte della sua vita. Questo aspetto del suo animo lo caratterizza nella prima parte della sua vita, si manifesta nel suo stile poetico lirico, (Aminta e Rime) e si riassume nell’epistichio dell’Aminta: “Se piace, è lecito”.
• Tomento, inquietudine e smarrimento causato dall’impossibilità di manifestare questa tendenza, causa Manierismo.