Notes

Vorrei aver potuto fermare il tempo: vorrei averlo fatto nell'esatto momento in cui vidi la sua lunga coda volteggiare nel vento mentre, ignara del mio sguardo piovuto su di essa come candida e docile neve, contavo gli attimi che mi separavano dai suoi magnetici occhi, attendendo che si voltasse per rivolgermi anche solo una semplice parola. La osservai a lungo, vedendola quasi ballare come una prima ballerina d'un importante teatro, vedendola destreggiarsi sotto mentite spoglie di semplice ragazza, vedendola mascherare quel suo essere inevitabilmente dea per diventare una comune mortale.
Quel suo involontario mordersi le labbra mentre compieva gesti così naturali ed armoniosi da rendere tutto così profondamente erotico, così profondamente etereo, mi fece perdere la ragione; sarà stato quel suo rossetto così scuro, così cupo, così profondo tant'erano i suoi occhi, ad indurmi nella tentazione di immaginarla un tutt'uno con me: ospiti dello stesso corpo, in un sodalizio indissolubile di fuoco e di passione, contornato dalle sue mani così curate ed adornate di quelle lunghissime e scurissime unghie che troppo in fretta ho immaginato sulla mia schiena, conficcate come spade nel terreno d'un'epica battaglia per la conquista d'una terra promessa nella quale, vestita di bianco, l'ho immaginata camminare verso la luce lasciandosi dietro i suoi lunghi capelli, accompagnata da cenere e dardi di fuoco che, volando verso me, hanno finito per scaldarmi il cuore e farmi ribollire il sangue, immaginandola come il miraggio d'una notte nel deserto e la vetta tanto ambita d'uno scalatore che affronta la morte.
Navigando per mari e reti di pescatori, ho intravisto l'immagine di lei che più m'ha ammaliato, che più mi ha stregato: le sue lunghe gambe, scurite da un simbolo di vera femminilità, essere incrociate mentre contemplava l'ignoto.. I lunghi capelli, maestosi, il suo corpo così divino, così magico, fermo in un'immagine ma vivo e suntuoso nelle movenze create dalla mia mente: femmina ancor prima che potesse rendersene conto, fatale ancor prima di colpirmi, e donna quando, con arguta furbizia, si tenne a debita distanza salutandomi con un sorrisino tanto perfido quanto sensuale, tanto innocente quanto provocante, tanto innoquo tanto tagliente.
Ho atteso, con trepidazione, l'abbassamento delle maree e l'innalzamento della luna, per compiere i primi passi verso di lei, ma le nuvole han continuato ad offuscare le intenzioni e la via che ad essa conduceva, portandomi su quel limbo fatto d'incertezza che m'ha fatto vacillare, m'ha fatto ripiegare attendendo l'arrivo della miglior stagione, la fioritura dei ciliegi, la primavera del cuore. Forse ora è tempo di chiuder le valigie e partire per un lungo viaggio: sto arrivando a prenderti mia regina.