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Una sera come tante mi ritrovai di nascosto al porto di Girsa, guardavo la luna sorgere in cielo nascosto all'ombra di una parete sporca di sangue, cercando di evitare gli sguardi di tutte le persone che passavano... Ormai la solitudine era un classico di ogni giornata ma non mi spaventava, mi rendeva contento e libero di vedere cosa il mio animo voleva, di viaggiare con la mente nel passato a cercare di ricordare gli allineamenti dei miei genitori... dei miei fratelli....
Sono sempre stato una persona chiusa con me stessa ma al momento giusto sapevo risollevar l'animo delle povere anime che mi stavano affianco.
Da giovane i miei fratelli mi hanno sempre deriso, esile e dalla pelle pallida, inadatto per aiutare mio padre nei lavori nei campi ma portato per letteratura, mi interessai subito ai testi che mi capitavano sotto mano... A quei tempi Quella zona di Girsa risplendeva ancora di calore e felicita... giovani donzelle spensierate cantavano fra le vie della città, i soldati, uomini di valore e rispettosi si riunivano a raccontare le loro gesta, a quel tempo erano pochi i briganti quindi si combatteva contro le razze selvagge che razziavano i casolari sperduti, ma queste non davano preoccupazione...
Una sera nella taverna, vidi un'oscura persona, portava una tunica nera col cappuccio, le sue mani erano bianche e il suo volto era perennemente nascosto nell'ombra... ricordo come se fosse ieri il tavolo a cui si sedette.... tiro fuori un libro ormai malridotto, ma nessuno si avvicino a lui... la gente sembrava non notarlo, attorno a lui si era sviluppato un freddo innaturale che teneva a distanza la gente, ma nell'ingenuità di quell'epoca non riusci a capire chi egli fosse...
Passai ore a osservarlo, e nei miei occhi era possibile leggere l'avidità di conoscenza, volevo riuscire a buttare uno sguardo su quel libro e cercare di apprendere quello che vi era scritto..
D'un tratto l'uomo si alzo, mi passo affianco e usci dalla taverna, lo vidi salire su un destriero nero e viaggiare leggero come il vento verso l'ignoto...
In quel momento dissi addio alla mia terra, non salutai nessuno, andai alla stalla e presi la prima cavalcatura adatta a me... trovai un bellissimo pony e iniziai a seguire l'uomo, senza avere pentimenti per il mio atto criminale, stando a distanza da quella figura raggiunsi una piccola radura che non avevo mai visto, in quella radura era presente un portale del color del cielo di cui non avevo mai sentito parlare ma vedendo passarci l'uomo, il mio animo guidato dal fato mi condusse in nuove terre, alla scoperta della mia nuova vita...
Mi ritrovai in quel momento in una nuova terra, alle mie spalle il portale, davanti a me una terra nera, dove tutto sembrava macabro, dove la gente girava vestita con colori funebri e con maschere rituali.
Molti guardarono esterefatti il mio arrivo ma nessuno mi parlo, sembrava che ogniuno vivessse la sua vita senza pensare agli altri.
Arrivai alla locanda del paese, un posto macrabo ma che per quella notte poteva fornirmi riparo...
Scendendo dal pony notai un piccolo sacchetto con al suo interno delle monete d'oro, pensai alla buona sorte e proseguii verso l'entrata della taverna, quando qualcosa mi colpi e caddi...
Non so quanto tempo passo, so che mi risvegliai in una specie di cripta, un sarcofago con uno scheletro era alle mie spalle e vedevo l'uscita.
Mi alzai, mi guardai a torno e vidi il mio pony legato a una trave, i miei denari erano ancora li e vicino seduto c'era l'uomo vestito di nero intento a leggere quel libro. D'un tratto alzo lo sguardo e mi fissò, vidi i suoi occhi, palle nere, vuote che mi fissavano in profondità e la sua voce riechegiò
nella cripta "Ragazzo cosa sei venuto a cercare?"
Io rimasi incantato dai monili che portava alle mani per alcuni minuti, poi abbassai lo sguardo e con voce tremolante risposi "Sono venuto a cercare quel libro..."
Poi d'un tratto la nebbia mi avvolse... mi ricordo solo che mi condusse davanti a un signore anziano dicendomi che sarebbe stato il mio maestro, passai giorni ad allenare la mente e il corpo, ma quel libro rimaneva lontano dal mio sguardo, quasi evitassero di mostrarmelo e poi una notte venni svegliato.... la giornata era stata particolarmente stancante ma delle figure incappucciate mi portarono davanti a un enorme fosso, dal quale usci una creatura immonda che avevo letto e che credevo solo leggenda... Il demone parlo, il mio cervello sembrava scoppiare, quella voce cosi ancestrale pervadeva le mie orecchie e mi feriva nel profondo, ma allo stesso tempo conoscenze e parole arrivavano nella mia mente e poi tutto ad un tratto il dolore smise, il demone era scomparso e con lui tutte le persone attorno a me... tranne una, quell'uomo incappucciato si avvicino a me si tolse il cappuccio e mi porse il suo Libro..
"Figliolo, adesso è tuo, tu sei l'ultimo che lo terra fra le mani, quando deciderai di lasciare questo mondo lui ti seguirà" in quel momento scomparve, sul suolo rimase solo un piccolo sacchetto e una falce... il mattino seguente il mio maestro mi lascio nelle mani del destino e da li è iniziato il mio viaggio.
E il tempo passo, giorno dopo giorno studiavo ciò che il libro mi mostrava, alcune parti erano ancora bianche, e pian piano si scrivevano da sole rivelandomi nuove conoscenze e nuove varietà dell'esistenza terrena.
Erano passati ormai 4 anni dalla mia partenza e non avevo ancora udito nessuna notizia, cosi decisi di riprendere quel portale, ormai quella terra di cui ora conosco ogni singolo angolo non mi bastava più e decisi di tornare dalla mia famiglia e quel portale era la mia unica via di uscita verso nuove terre.
Quando raggiunsi il posto, non lo riconobbi, delle pietre delimitavano l'azione del portale e tutto attorno si ergeva la devastazione, gli alberi della radura erano rinsecchiti, la terra era diventata nera e arida. Mi avventurai impavido con il mio fidato pony, si sempre lo stesso che mi ha accompagnato alla scoperta della conoscenza mi accompagnava ancora, senza mostrare un minimo segno di vecchiaia o di stanchezza, e trovai solo distruzione, teschi e corpi devastati erano ormai mezzi interrati nella strada, le guardie erano a terra esanime. Spaventato e con una lacrima agli occhi corsi verso casa mia come il vento, come mai non avevo fatto e li trovai tutto distrutto, segni di sangue su quel che rimaneva delle pareti incendiate, e pezzi di corpi sparsi attorno... Non ricordo come erano i miei genitori, non ricordo come erano i miei fratelli ma in quel momento il mio cuore divenne colmo di rabbia e la sete di sangue e di vendetta invase la mia anima.
Come un animale rabbioso inizia a girare le mie vecchie terre vedendo solo morte e distruzione fin quando non sentii rumore di ferro provenire da dietro una collina.
Dentro di me pensai che era il momento di mostrare cosa sapevo fare, sfogarmi, e vidi degli uomini combattere, da una parte ci stavano un insieme di persone con armature lucenti, anche se con evidenti segni di colpi rimanevano belle, e dall'altra uomini che portavano teste appese ai loro cavalli, l'oscurita pervadeva il loro lato e in quel momento il mio cuore mi guido a combatterli.
Eravamo in netta inferiorita numerica, sembrava che si rigenerassero mentre corpi cadevano sul terreno della battaglia quando un mago da dietro urlo qualche parola e si apri un portale, incitando i suoi compagni a entrare per salvare la loro pelle e io li seguii.
Mi ritrovai su un isola completamente bianca, dove si ergeva un castello, vidi molte uomini e donne combattevano per allenarsi e dove la pace regnava incontrastata. Il mago mi guardo negli occhi e mi disse "Seguimi ti portero dal mio Comandante."
Entrai nel castello, le sale erano spartane ma allo stesso accoglienti, gente da ogni parte si impegnava a non far mancare nulla ai soldati, curava le loro ferite e li rifucillavano per prepararli a una nuova battaglia.
Il nome di quel mago era Xaratos una persona che si era dimostrata cordiale, mi aveva fatto lasciare il mio fedele pony a uno stalliere e dopo avermi fatto cambiare mi portò al cospetto del suo comandante...
Mi ritrovai di fronte al Barone Naviel, la sua armatura con rifiniture d'oro mostrava il suo grado e la sua sapienza, Alla sua destra era seduto un altro mago vestito Di blu, il suo nome era Nell, generale dei maghi e alla sinistra del barone stava una persona che mi sembrava di conoscere, ma il suo nome ormai e andato perso nel tempo...
Il barone mi accolse con tutti gli onori e inizio un lungo discorso che si prolungo fino a tarda notte,seppi della distruzione delle mie terre ma non una lacrima solcò il mio volto, ormai il mio cuore era morto, seppi delle azioni ignobili che (nome cattivo) aveva compiuto e della guerra che ormai si stavano combattendo da ormai 3 anni sulle mie terre...
In quel momento non so come, mi unii a loro, venni nominato cavaliere e iniziai a coesistere con altre persone, la mia solitudine la abbandonai in un piccolo angolo della mia anima e scoprii i piaceri della vita, le feste, la felicita interiore... Tutto andava bene, quelli attorno a me mi aiutavano e io aiutavo loro, in quell'ambiente mi sentivo a tutti gli effetti un membro degli araldi neri.
Poi qualcosa andò storto, i soldati iniziarono a scomparire.. a disertare, una spia si infilo fra le nostre fila e porto la discordia nei nostri cuori e tutto falli, abbandonai di nuovo quello che era diventato il mio mondo, abbandonai la mia nuova famiglia con un gruppo di amici e cercammo una nuova terra dove vivere in pace e armonia.
Io e Xaratos raggiungemmo Prane, la città dei paladini, io ero un fedele Servo di lord Rio, e quelli attorno a me erano a conoscenza che praticavo arti oscure per il bene ma in quelle terre scoprii di nuovo il dolore... Vidi la repressione dei paladini sulle persone che mi avevano insegnato le mie conoscenze, sentii delle guardie ridere e vantarsi di stupri e di razzie nelle (me lo dice dopo).
in quel momento la vendetta ritorno nel mio corpo, sali in groppa al mio pony, salutai con tristezza xaratos e Buttai le uniche cose che mi tenevano ancora legate a Lord Rio
Presi il portale, ormai avevo imparato a usarlo e mi diressi nelle terre devastate, arrivai a Girsa... Andai al porto evitando di esser visto dalle bande che scorrazzavano per quelle terre...
Trovai un cadavere a terra e senza nessun pentimento lo derubai, li portai via la sua tunica color nero e la indossai, in modo da dimenticare cio che ero stato e senza pensare a quello che sarei diventato.
In quel momento per girsa era in corso una razzia dei Pirati e io non me ne preoccupai fin quando non vidi arrivare delle guardie, uomini di lord Rio che un tempo erano stati miei compagni.
La mia sete di vendetta prese il sopravvento attraverso le arti oscure risveglia i cadaveri che stavano attorno a me e li lanciai contro i soldati che erano impegnati nel Raziare, il mio pony mi conduceva, la mia spada infilzava il cranio di quei soldati che vennero spazzati, ma i rinforzi ci raggiunsero, vidi Rollo alla testa di un esercito che ci stava venendo incontro, in quel momento i soldati stavano salendo sulla loro nave con il bottino e io salli con loro...
Pochi metri dopo la riva una persona si avvicino a me, i pirati sfoderarono le armi, e un uomo che semrbava fra i piu giovani ma allo stesso tempo sembrava il piu rispettoso della ciurma si avvicino a me e urlo:
"Corpo di mille balene ragazzino potevamo farcela anche senza il tuo aiuto"
La ciurma scoppio in una fragorosa risata l'uomo si tolse il cappello mi guardo e riinizio a parlare:
"Io sono l'Ammiraglio Mario figliolo e se vorrai da oggi questa sara la tua nuova casa"....
Da quel momento solco i sette mari in cerca di avventura, una banda di assassini senza un morale senza esser di parte che pensava solo a se stessi, mi ambientai in fretta, ero un semplice marinaio ma in battaglia non eravamo diversi, ognuno metteva in gioco la propria vita per gli altri e per un bottino...
E ora sono qui al porto di Mervol il mio pony è ancora con me fermo a riposare legato a un palo del molo. Quanti ricordi invadono la mia mente, quante razzie, quante volte ci siamo ubriacati tutti insieme e abbiamo scatenato risse per le locande....
Un rumore...
Rumore di zoccoli alle mie spalle, le grida di una donna... non pensavo ci fosse gente pazza che torna per queste terre.
Subito sali in groppa al mio pony, inbracciai la mia spada e iniziai ad andare lentamente verso il rumore...
Vidi una donna correre fra i resti delle macerie, portava un fagotto in mano, e ancora quegli uomini che vidi quel giorno al mio ritorno alla mia terra...alcuni con le brache a meta inseguivano la donna urlando frasi oscene.
L'ultima che sentii fu "Fermati lurida Prostituta" in quel momento non pensai al mio futuro, non pensai al mio presente, pensai solo alla mia sete di sangue e caricai quegli uomini... Vidi la donna scomparire e l'uomo con le brache calate cadere esanime al terreno con la gola perforata dalla mia spada, i suoi compagni scapparono, erano mezzi ubriachi, e io mi abbassai su quel corpo e mi dissetai bevendo il suo sangue....
Abbandonai la ciurma quando mi arrivò una lettera da parte del Re Zaragoza, in questa lettere era richiesta la mia presenza a Roverlas per parlare di non so cosa con il re, quindi montai sul mio pony e mi diressi verso il portale, che mi teletrasportò a Roverlas, dove presi una camera nella locanda del lupo solitario in attesa della chiamata del re.
     
 
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