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ARISTOFANE:VITA

Prima di Aristofane abbiamo nomi di qualche autore, frammenti di qualche opera, mentre di Aristofane ci è arrivata l’opera completa.
Preziosi sono i riferimenti che Aristofane fece a se stesso nelle sue commedie; sappiamo che nacque tra il 444 e il 441 a.C. ad Atene, mentre incerta è la data della morte, forse attorno al 388 a.C.
Nelle sue commedie si rispecchia la realtà storica dell’Atene contemporanea, caratterizzata dal declino politico-militare della polis, di cui Aristofane fu un osservatore appassionato e sofferto, non cessando di attaccare nelle sue commedie quanti riteneva responsabili della corruzione morale e del degrado politico.
Solo di questo commediografo possediamo commedie complete; gli alessandrini conoscevano sotto il suo nome 44 commedie, quattro delle quali erano però per loro non autentiche. Sono stati, comunque, tramandati 46 titoli, di cui ci sono pervenute 11 commedie: Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Donne alle Tesmoforie, Lisistrata, Rane, Donne all’assemblea, Pluto.
Aristofane si presenta come radicale riformatore della commedia, indicando di voler dare nuova dignità artistica alla commedia con l’astensione da facili beffe, da volgarità fine a se stesse e da comicità farsesche e banali. La sua versatilità si riflette nella ricchezza dei temi trattati, infatti le sue commedie non sono mai monotematiche; alcune presentano temi politici o sociali, mentre altre discutono di problemi culturali di più ampio respiro, soprattutto filosofici e letterari, altre ancora sono di tipo fiabesco o utopistico, mentre altre presentano parodie di miti e tragedie. In realtà alcune scene e certi meccanismi teatrali sono ricorrenti, anche se nelle singole commedie acquistano significati diversi e assolvono a funzioni ogni volta nuove; un esempio è il caso del banchetto o del travestimento.
In generale le commedie di Aristofane hanno uno schema comune: il protagonista, messo a confronto con un ambiente ostile, riesce a modellarlo secondo i suoi progetti; le vicende della seconda parte illustrano le conseguenze, spesso paradossali, che derivano dalla novità. Per la maggior parte, le sue commedie ruotano intorno ad un unico protagonista che, in corrispondenza con l’eroe tragico della tragedia, è stato definito “eroe comico”. Le commedie si sviluppano sulle sue peripezie, volte a realizzare un piano che modifichi la realtà a suo vantaggio o a vantaggio della collettività; in alcuni casi l’eroe si trova di fronte un antagonista, in altri c’è solo un aiutante. Nel suo tentativo l’eroe comico si trova in una condizione di isolamento e si espone all’incomprensione degli altri.
Nelle commedie di Aristofane c’è una progressiva devitalizzazione del coro fino alla sua quasi completa perdita di funzione drammaturgica. Progressivamente abbandonata è anche la parabasi.
Il modello privilegiato per la parodia era il contemporaneo teatro tragico che, con la sua solennità, si prestava a esilaranti rovesciamenti comici, sia per singoli versi sia per intere scene. La rappresentazione realistica, soprattutto quella degli oggetti della cultura materiale, è lo strumento privilegiato per mostrare l’assurdità di certe situazioni e volgerle al ridicolo. Inoltre, la commedia appare come il luogo privilegiato per l’abolizione delle norme del decoro e per la realizzazione di ogni licenza fino alla volgarità, retaggio di antichi culti agrari che sarebbero all’origine della commedia stessa. Uno degli strumenti più efficaci e frequenti della comicità di Aristofane sta nella commistione tra realtà e metafora, per cui un’immagine metaforica viene tradotta in termini realistici, con l’esito paradossale che ne consegue.
Il registro di fonde della lingua utilizzata da Aristofane è il sermo urbanus, per cui abbondano i modi di dire d’uso comune e volgari doppi sensi di derivazione popolare.
ARISTOFANE:OPERE
Acarnesi

Argomento: Diceopoli, stanco della guerra, patteggia una pace privata di trent’anni con gli Spartani. Nonostante l’opposizione dei vecchi di Acarne (che costituiscono il coro), Diceopoli ha la meglio anche sullo stratego Làmaco, emblema del bellicismo democratico, e si gode serenamente l’opulenza determinata dalla pace.

Invettiva personale contro Cleone, lo stratego radicale e guerrafondaio che era succeduto a Pericle.
La commedia è legata alla contemporanea realtà di Atene. La città era travagliata ormai da sei anni da una guerra che, coinvolgendo progressivamente l’intera Grecia, aveva finito per minare profondamente i valori etico-religiosi della tradizione e le sicurezze politiche, civili ed economiche.

Cavalieri

Argomento: due servi di Demos lamentano la tirannia di Paflagone (cioè Cleone). Secondo un oracolo succederà al tiranno un salumaio ancor più sordido. Lo scontro tra i due avviene prima al cospetto della boulè poi al cospetto di Demos. Sarà proprio il Demos sulla base delle specialità culinarie dei due a decretare la vittoria del salumaio.

A Cleone è rimproverato di essersi appropriato ingiustamente della vittoria di Pilo, attribuendosi tutti i meriti dell’impresa e ottenendo grandi riconoscimenti.
Violenta è la satira contro la degenerazione della democrazia, contro l’imperialismo della borghesia commerciale, contro la volubilità e la corruttibilità del popolo, contro gli oracoli e contro tutta la politica ateniese in generale.

Nuvole

Argomento: Strepsiade, stroncato dai debiti, si rivolge alla scuola di Socrate per imparare il discorso migliore e potersi così sbarazzare dei creditori.
L’agone è dibattuto tra i due discorsi: il discorso fondato sulla giustizia e sulla severità dei costumi, l’altro sui piaceri dell’intemperanza.

Il Socrate messo in scena da Aristofane è una caricatura: non è il maestro dell’etica, ma il caposcuola di una setta di iniziati dediti alla speculazione naturalistica e all’insegnamento retorico-sofistico.

Vespe

Argomento: al centro della commedia vi è l’agone tra Filocleone e suo figlio Bdelicleone: l’uno sostiene che il ruolo dei compagni di tribunale è fondamentale per Atene, l’altro ne sostiene invece l’inutilità,dimostrando che i vecchi sono strumentalizzati dai demagoghi. A Filocleone, perdente, viene affidato un tribunale casalingo. La consolazione per il primo processo perso sarà trovata nei piaceri e nella vita mondana.

Bersaglio di Aristofane è Cleone, qui accusato di espandere il suo potere attraverso il controllo dei tribunali, ottenuto con l’inconsapevole complicità dei demagoghi. Altra critica è rivolta alla penosa situazione economica di Atene.

Pace

Argomento: Il contadino Trigeo vola da Atene fino alla dimora di Giove a cavallo di uno scarabeo. Qui incontra Ermes che gli comunica che gli Dei se ne sono andati perché sdegnati con i greci sempre in lotta fra di loro. Gli dice anche che Pace è stata imprigionata da Polemos (ovvero: la Guerra) in una caverna. Trigeo la libera dalla prigionia nella cava e la riconduce in terra, tra i greci.

Essendo morti nel corso della commedia Brasida e Cleone, la Pace segna il congedo di Aristofane da quest’ultimo. L’atmosfera è distesa con aperture verso la felicità piena che si esprime nella ritrovata gioia di vivere. Nella commedia la classe dei contadini appare come quella più danneggiata dalla guerra e che si interessa maggiormente per il ritrovamento della pace.

Uccelli

Argomento: Pistetero ed Evelpide,cittadini ateniesi, fuggono dalla città cercando un mondo ideale, ovvero quel posto indefinito fra terra e cielo dove regnano le creature alate. Qui arrivati, si propongono e vengono accettati come fondatori della città degli uccelli, chiamata Nubicuculia, ed escogitano un furbesco ricatto ai danni degli déi dell'Olimpo.

Gli Uccelli sono stati interpretai come un progetto rivoluzionario, avrebbero infatti alluso ad un’altra forma di governo e di governanti. Gli Uccelli rappresentano l’eterna storia del potere e delle distorsioni ad esso congenite(degenerazione della democrazie e conseguente affermazione del potere personale e corruzione dei costumi)

Lisistrata

Argomento: tutte le donne elleniche, convinte dall'ateniese Lisistrata, fanno lo sciopero del sesso volendo ricattare gli uomini affinché pongano fine alla guerra del Peloponneso che da lungo tempo travagliava la Grecia. Le donne riusciranno poi nel loro intento, ma gli uomini non riconosceranno loro il merito del progetto politico.

Problema della guerra. Gli uomini appaiono deboli e smarriti, incapaci di rappresentare le ragioni dell’imperialismo e privi di chiara progettualità politica. Aristofane manifesta un certo disorientamento politico. La Lisistrata rappresenta utopicamente la sostituzione dei valori politici e sociali con quelli intimi e famigliari.

Donne alle Tesmoforie

Argomento: temendo di essere vendicato per la sua misoginia dalle donne riunite per la festa delle Tesmofòrie, Euripide fa infiltrare un suo Parente nel consesso femminile; ma l’uomo, pur travestito, si tradisce e viene incarcerato: solo il diretto intervento di Euripide – che dà luogo a una diffusa parodia dei suoi stessi drammi – riesce a trarlo in salvo.

La commedia segna il totale disimpegno politico, corrispondente alla situazione generale, sempre più in declino e ormai priva di autentica discussione.
Il problema sociale della questione femminile è trattato superficialmente, senza che sia messa in dubbio l’assetto sociale vigente. Tema principale è invece la parodia tragica.

Rane

Argomento: il dio Dioniso decide di riportare in vita Euripide, morto da poco; affronta cosí la discesa agli inferi, accompagnata dal coro gracidante delle Rane, per finire a far da giudice nella contesa che oppone Euripide a Eschilo per il titolo di miglior tragediografo: dopo un reciproco scambio di critiche letterarie, Eschilo ha la meglio per il suo impegno civile e politico.

Eschilo rappresenta l’indiscusso maestro della polis, Euripide invece è accusato di aver svuotato la tragedia del suo autentico valore educativo e di averne causato il declino. Aristofane,riaffermando i valori del passato nell’arte, si schierando contro gli eccessi dei demagoghi e gli sconvolgimenti delle istituzioni e continua ad indicare i valori tradizionali come gli unici ancora in grado di salvare Atene.

Donne all’assemblea

Argomento: Prassagora, convinte le compagne, ha deciso che le donne devono convincere gli uomini a dar loro il controllo di Atene, perché in grado di governare meglio di quanto abbiano fatto loro. Le donne, insinuatesi di soppiatto nell’Assemblea, riescono a ottenere con un colpo di stato il pieno controllo della città, sulla quale impongono un ‘nuovo ordine’ ginecocratico che, pur fra eccezioni e malcontenti, realizza un paradossale e godereccio ‘mondo alla rovescia’.
Il tentativo di instaurare un regime comunistico è una parodia delle contemporanee discussionisulle forme di convivenza politica possibile(es. la Repubblica di Platone)

Pluto

Argomento: l’ateniese Crèmilo, su consiglio dell’oracolo di Delfi, si porta in casa un vecchio cieco che si rivelerà presto come Pluto, dio della ricchezza, accecato da Zeus perché il successo economico non si fondi su criteri morali, bensí sull’arbitrio e sul caso; Cremilo convince il dio a farsi curare presso il santuario del dio medico Asclepio, e superate le resistenze di Penía (la Povertà), sconfitta in un agone dialettico nonostante le sue ottime argomentazioni, Pluto può tornare a custodire il tempio di Atena, assicurando prosperità alla polis.
     
 
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