Notes

Non so perché non sono sorpreso di vederlo. Ma non ne sono felice. Ha la mia faccia, ma è vestito e pettinato diversamente. Non dovrebbe essere nel mio specchio.
Lui sorride con disprezzo al mio stupore. Non riesco a dire niente; tremo, mentre lui ride.
“Chi sei?”. Ho dovuto chiederglielo.
“Te, se tu non rovinassi tutto.”
Le sue parole toccano un nervo scoperto.
“Cosa vuoi da me?”
“Sistemare le cose.”
Sento un terribile gelo. Mi appoggio al lavandino. Lui si sporge in avanti e mi fissa.
“Tu non esisti.”
“Per colpa tua.”
Resto in silenzio. I suoi gelidi occhi sono puntati su di me.
“Senti...”
Allungo la mano verso lo specchio.
“No, senti tu”, sbattendo il suo pugno sul vetro, “Sono stufo delle tue solite scuse. Oggi farai come dico io”
Sono sconvolto. Anche lui non ride più. È calmo, ma lo sguardo mi odia e mi giudica.
“Sei solo un'immagine in uno specchio.”
“Sì.”
“Non puoi farmi niente.”
“Posso parlare. E tu sei debole e manipolabile.”
Sto per avere una crisi di nervi. Prendo un bicchiere e i miei ansiolitici. Torno al lavandino per riempire il bicchiere d'acqua. Lui è ancora lì. Ha un bicchiere e della candeggina. Mi fissa.
Inizio a contare le gocce di ansiolitico. Mi pare che la dose sia quindici gocce.
Una... due... tre... scendono molto lentamente. Quattro... cinque... Credo sia fatto apposta. Per non farse sfuggire troppe, o qualcosa del genere. Sei...
Alzo lo sguardo. Lui ha riempito il bicchiere di candeggina.
A quante gocce ero arrivato?
Non importa. Ne verso ancora, a occhio.
Il bicchiere trema nella mia mano.
Lui piega leggermente la testa, sorride, alza il bicchiere come per brindare.
Io bevo. Lui beve.

Cado a terra. Brucia tutto. Faccio fatica a respirare. Non riesco a urlare nonostante il dolore.
La luce si spegne piano. Sento solo bruciare.