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Ciao Virgy

Non so se leggerai mai questa lettera, ma se è così non c'è indirizzo ne altro perché sono venuto qua a Piacenza di persona a portartela. Una parte di me avrebbe voluto vederti e parlarti, ma se la tua volontà è quella di non farlo, non posso che rispettarla anche se da tempo mi distrugge in due dentro. Tutto ciò che volevo quando ti cercavo era riappacificarmi con te, avrei voluto spiegarti il perché di certe cose di me stesso che purtroppo non sono stato in grado di cogliere e sistemare quando era il momento giusto. Io non so se tu non ci credi o non ti interessa, ma tu sei stata una delle poche persone più importanti della mia vita, io mi sento ogni giorno onorato di avere avuto la possibilità di passare degli anni insieme a te per quanto io sia stato un pessimo compagno, una debole spalla, perso completamente dentro al mio caos interiore. Quando stavo con te non avevo la minima idea di cosa stessi facendo di me stesso, ricordo solo tanta rabbia che sentivo dentro, rabbia per la mia famiglia, rabbia verso me stesso. Gli scontri dei miei genitori me li sono portati avanti per 23 anni in casa e mi hanno distrutto dentro. I problemi che ho avuto prima di incontrarti con me stesso sono stati pesanti, soffrivo di attacchi di panico che purtroppo mi sono portato avanti per 2 anni e non mi hanno permesso di vivere un rapporto sereno con chi avevo intorno e mi hanno privato di persone che pensavo fossero amici ma mi hanno abbandonato, solo l'Azzu rimase al mio fianco in quel periodo, e l'alcol, anche quello era con me sempre. Ricordo spesso oggi quanto mi arrabbiavo con te perché fumavi e quanto ti ho offeso e dato della debole per questo. Sappi che ero solo estremamente preoccupato per te e non sono mai stato in grado di esprimerlo come una persona sana dovrebbe, perché sano non lo ero, ancora oggi fatico ogni giorno a combattere contro le mie debolezze, contro i miei demoni interiori che purtroppo sono tanti. Se c'era una persona debole delle due sono sempre stato io, ero io quello fragile, quello che non aveva la forza di reagire al suo dolore, tu hai portato un po' di luce nel mio mondo e io non sono mai stato in grado di ringraziarti abbastanza per questo, non sono mai stato in grado di darti ciò che dentro sentivo di volere ma che per debolezza e paura temevo di fare, avevo un costante bisogno di conferme, costante e malato perché non ero sicuro di me e ancora peggio odiavo me stesso, ma non mi sono mai tanto odiato come oggi. Mi sono sempre detestato per non essere riuscito ad aiutare i miei genitori, mi hanno sempre fatto sentire una delusione per via dei miei fallimenti con lo studio, il tennis e i miei problemi a scuola, mi hanno sempre fatto sentire di troppo per via della loro carriera lavorativa e purtroppo nonostante le cose oggi vadano un po' meglio, ancora tutto questo è un po' rimasto. Non vivo più con loro, me ne sono andato appena tornato dall'Australia e ho raggiunto la casa di mia nonna, l'unica dove ho sentito un po' di amore. Mia madre è rimasta sempre la stessa, la solita fredda madre, pronta a giudicare ovunque vi siano cose che non comprende e quando guardo questo lato fragile di lei, riesco a vedere in me quanto la sua sofferenza e quello che l'ha fatta diventare sia stata una enorme influenza negativa per me. In famiglia mi dicono che lei non è mai stata così, lo è diventata col tempo, col dolore. Da quando mio nonno scappò di casa 40anni fa e abbandonò lei, mia nonna e le sue 3 sorelle iniziò a cambiare, a diventare così. Sai, mio nonno si rifece vivo l'anno scorso, dopo tutti quegli anni. Era rimasto solo, divorziato dalla compagna con cui era fuggito quella notte, era diabetico, e non camminava più. Chiamò a casa qua da mia nonna perché non aveva nessuno che poteva aiutarlo e tu penserai :" Hey, lo avranno mandato tutti a fanculo" e invece no, le mie zie si presero cura di lui tutto l'anno, fino a pochi mesi fa quando il diabete se lo portò via. Sono andato anche io a conoscerlo, andavo a trovarlo ogni tanto, e pensavo di trovare un uomo crudele di fronte ma ho solo trovato una persona sicuramente stupida e fragile ma non cattiva. Alcuni membri della mia famiglia non l'hanno mai voluto vedere, mia madre e Teo compresi. Io non mi sono sentito di condannarlo, volevo vederlo, volevo davvero vedere se era una persona cattiva o no e non lo era. E le mie zie mi hanno dimostrato quanto il perdono sia importante, quanto stare lontani dalla rabbia e dall'odio sia una delle cose più Importanti nella vita. È stata una grande lezione che mi ha insegnato quanto mettere il bene per qualcuno prima di qualunque altra cosa sia difficile, e sopratutto quanto amore per se stessi ci vuole prima di riuscire a farlo. Poi ci fu mio padre. Un'altra persona dannata con un duro passato, e fragile, molto fragile. Dopo il suo tradimento mia madre non è più stata la stessa. Non è più riuscita a uscirne, penso abbia smesso di credere nel suo cuore, nei sentimenti. Il suo amore, il suo calore non l'ho mai sentito purtroppo. Vederla ora vivere in quella grande casa sola con due gatti mi fa soffrire, ma non so nemmeno come poterla aiutare, perché parlare con lei è impossibile, è sempre aggressiva, sempre pronta a giudicare qualunque cosa, non lo fa nemmeno pensando, lo vedi che è come se fosse qualcosa a prendere il controllo di lei quando parla, non riesce a riflettere, non ascolta minimamente quando gli parli. Spero un giorno possa trovare un po' di pace perché se la merita, fa tanto per me, anche se è difficile da vedere e spero un giorno di riuscire ad avere la forza di abbracciarla come davvero vorrei abbracciare una madre, anche se non l'ho mai avuta. Tutte queste esperienze mi hanno insegnato quanto sia importante conoscere i lati più profondi e oscuri di se stessi ma sopratutto quanto prendersi cura e amare quelli di chi abbiamo vicino sia fondamentale per volergli bene e prendersene cura al meglio. Sappiamo tutti volere bene e amare quando tutto ciò di chi abbiamo di fronte va bene ma il vero amore è dove la debolezza di chi abbiamo di fronte viene accolta, viene ascoltata e supportata ogni giorno, tutto ciò che io non sono stato in grado di fare con te. Purtroppo per fare questo serve tanta tanta forza, pazienza e tanta esperienza ma sopratutto tanto amore incondizionato, amore che nonostante quanta merda ti ho fatto passare sei riuscita a darmi per quasi 4 anni. Io la tua forza non ce l'ho avuta, ancora meno ho avuto la tua pazienza e la tua enorme capacità di ascoltare, ma purtroppo ho i miei lati deboli e a volte le persone, quelle più fragili come me, tendono a nasconderli o a mascherarli con l'aggressività, senza volerlo. Non mi sono mai fidato di nessuno perché i miei attacchi di panico mi hanno portato a perdere tutti i miei amici, mi hanno sempre visto come uno psicopatico quando ho iniziato a stare male, i miei nemmeno sapevano che stavo così, non ne parlavo con nessuno, ero terrorizzato. Uscirne è stato un incubo ma anche uno dei viaggi più belli della mia vita, e purtroppo ciò che ne è uscito è stato ciò che hai trovato quando mi hai conosciuto, un finto forte, un bambino che tentava in ogni modo di sentirsi tenace. Sappi che tu nonostante i nostri tanti momenti bui vivi dentro di me ogni giorno. Sei una voce così forte nel mio cuore che riesco a sentirti scorrere nelle mie vene. Non scorderò mai la tua vitalità, la tua voglia di fare e di amare che mi hai trasmesso e che piano piano sto cercando di fare uscire anche da dentro me stesso verso gli altri. Sei stata una roccia e lo sarai sempre. Io da solo sono sempre stato forte, anche sull'orlo della morte, ma è insieme agli altri come tu sei, che bisogna essere forti. In tutti questi anni che ti ho cercato, all'inizio ero disperato quando ho compreso che cosa avevo fatto di noi, e questo mi ha portato a cercarti sempre e non riuscire ad accettare l'idea che io avessi rovinato tutto e che tu non ci fossi più al mio fianco, spero un giorno di potermi scusare di persona per tutto il casino che ho creato, dall'Australia fino a quando sono tornato non ti ho mai lasciato in pace, mi dispiace molto, ero disperato. Il destino ci avrebbe portato a separarci in ogni caso, io sono un eterno sognatore, non so vivere per qualcosa di stabile, ogni volta che lo trovo c'è sempre una parte di me stesso che sogna di andarsene, di vedere un nuovo tramonto, respirare l'aria di una nuova campagna, tornare in strada e vivere per quel brivido che solo dormire sotto le stelle ogni giorno in luogo diverso può darti. Allo stesso tempo il mio bisogno di contatto umano, di affetto, amore e amicizia mi tengono legati ad un posto chiamato casa e che sempre sarà la mia casa, ma dentro di me sento spesso una voce che mi chiama e mi dice di lasciare di nuovo tutto in pausa e respirare aria nuova. Ogni volta che faccio progetti qua a Rimini, per prepararmi a vivere una vita stabile sento sempre la nostalgia di andarmene e visitare un altro paese, non so se questo aspetto di me resterà sempre ma per adesso è una voce troppo forte per poterla ignorare. E poi ci sei tu, la futura dottoressa Serena. Con la fortuna che mi ritrovo non ci vuole niente che mi farò male in qualche modo di nuovo seriamente in giro da qualche parte e magari stavolta sarai tu a dovermi salvare. Se potessi esprimerti quanto mi sento in colpa per averti fatto passare 3 anni e mezzo orribili vorrei solo abbracciarti e scoppiare in lacrime, perché non basterebbe una parola o un gesto per il dolore e la delusione che provo per me stesso per essere sempre stato così lento con te, così immaturo, così impreparato. Ricordo ancora quando in uno dei nostri ultimi momenti insieme tu mi dissi che avevi capito che io volevo solo cambiarti, che non ti ho mai accettata per quello che eri. Sappi che ero io che mi detestavo, perché ho sempre avuto il bisogno di denigrare gli altri in quel momento della mia vita, per sentirmi meglio con me stesso, per accettarmi, per sentirmi forte quando non lo sono mai stato. Ricordo quando insultavo persino le persone a caso, senza motivo, senza nemmeno conoscerle, come l'Angelica, chiedile scusa da parte mia, sono stato pessimo anche con lei. Quando abbiamo vissuto quel breve periodo a Bologna insieme, ricordo quando andavo a passeggiare per prendere una boccata d'aria quando fumavi e quando tornavo ti trovavo piangente sul divano, mi dicevi che pensavi me ne fossi andato per sempre. Mi preoccupava tantissimo vederti così, e da lì e altre cose che ho visto in collegio ho sviluppato quell'odio insensato verso erba e droghe in generale di cui solo recentemente ho compreso la natura, che fatico ad accettare tutt'ora ma almeno non perdo più il controllo se qualcuno in mia compagnia fuma o fa uso di altre sostanze e se c'è ne il bisogno riesco finalmente a porgere la mia mano. Tu sei la persona dal cuore più puro e grande che abbia mai incontrato, mi hai insegnato tanto e penso più di chiunque altro. Le persone come me imparano solo con le lezioni dure, perdendo e continuando a perdere, anche quello che davvero significa nella vita, come tu per me. È proprio perdendo te che ho notato che cosa stavo creando di me stesso, quindi grazie per avermi dato la lezione più importante della mia vita. Sono successe tante cose da quando ti ho vista andare via da casa mia per un ultima volta, ricordo ancora il tuo viso che sembrava dirmi "lo sai, non ci rivedremo mai più". Ho commesso così tanti errori come quello che ho fatto con te con le persone a cui tenevo che ho iniziato a pensare di farla finita, non riesco più a sopportare di fare del male, di dire cose che non sento, di cedere a questo demonio che mi porto dentro. Quando vedo i miei genitori riesco a vedere da dove ho ereditato tutto questo, purtroppo loro sono sempre stati così, e mi fa ridere perché quando ero piccolo tutto ciò che desideravo era creare una famiglia dove sarei riuscito ad amare chi avevo intorno e invece mi sto riscoprendo forse peggio di loro e mi odio, mi sta schiaccciando vivo tutto questo, mi sento senza cuore, mi sento malato e senza speranza. Qualche amico mi dice che ho un grande cuore e che sono una persona buona ma io non so più cosa pensare, le cose sono un po' migliorate ma non riesco almeno per adesso a eliminare queste reazioni da me stesso, spero riuscirò a vincerle presto perché non penso di voler continuare a vivere perdendo sempre tutto ciò che amo. Non so nemmeno come poter esprimere in delle stupide parole quanto dolore provo ogni giorno per sentirmi così, le lacrime non sono trascrivibili e non rimangono sul foglio. Uno dei ragazzi che mi portò in ospedale dopo l'incidente mi disse :"Non esisterà nemico più grande durante la tua vita che te stesso", è incredibile e triste quanto sia vero. Ancora manca qualche giorno alla mia partenza per portarti tutto questo, ma non so nemmeno quanto piangerò quando uscirò da quella stazione, sotto casa tua, quando vedrò quel portone. Passerò la notte in giro per la città, ricordando i posti che ho condiviso con te nelle poche occasioni che ci sono state, poi mi siederò li sulla panchina di fronte a casa tua davanti al pachetto, una parte di me spererà di incontrarti e l'altra no, mi addormenterò li qualche ora e al mattino entrerò in quel portone, lascerò tutto questo e anche una parte di me stesso e ripartirò con la speranza che tu possa leggerlo presto, con la speranza che tu possa capire questo gesto. Penso di avere dato troppo di me stesso per riuscire ad amare di nuovo così tanto come ho amato te. Già, ti ho dato tanto e male ma sono certo che se pensi a come ti guardavo negli occhi puoi solo che trovare una persona debole, fragile e distrutta da se stesso e dagli altri ma che ti amava alla follia. Io non dimenticherò mai come mi guardavi, non lo dimenticherò mai. Ma meno di tutto dimenticherò come ci guardavamo e quanto amore c'era in un gesto così semplice. Non so se mai riuscirò a guardare qualcuno come guardavo te, ci ho lasciato una parte della mia anima dentro i tuoi occhi. Sono passati ormai 3 anni e mezzo da quanto non ti ho più vista e mi hai detto "Non mi hai mai amata, eri affettuoso solo quando ti girava bene o ne avevi bisogno". Ero in Australia quando me lo dissi lo ricordo ancora, non penso ci siano state parole che mi hanno ucciso dentro così tanto durante la mia vita. Dopo tutto questo tempo sono ancora qua a pensarti e a dedicarti questo pensiero. Il giorno che ti consegnerò questa lettera avrò preso un treno dopo 10 ore di lavoro, dormirò per strada, e mangerò dove capita e il giorno dopo sarò di nuovo a lavoro ma non ha importanza, perché tutto ciò che conta per me sia farti capire quanto tu, sia davvero importante per me ed è un onore per me poter venire fino a casa tua per lasciarti tutto questo, tutto il mio cuore, tutto ciò che ho coltivato in questi anni, tutto ciò che mi resta di me stesso. Spesso ti ho sognata in questi anni, in particolare modo in stazione, salire su un treno da cui io stavo scendendo, mi lanciavi un'occhiata veloce e scendevi una lacrima dal tuo viso prima di partire. È stato un sogno che mi ha seguito le alcuni mesi, era molto triste, è come se riassumesse la fine di ciò che abbiamo vissuto, ma era meraviglioso poterti sentire così reale anche se per così pochi istanti, mi sembrava di averti vicino davvero. Ancora penso a quando mi prendevi la mano e mi dicevi :" Vorrei fossimo così anche tra 70anni, su una veranda". Ogni tanto vedo qualche coppia di nonnini in strada e penso chissà quante ne avranno passate ma sono ancora lì, un piccolo passo alla volta, mano nella mano, fino alla fine e allora sogno, sogno di rincontrarti, di poter stare insieme a te senza tutte le difficoltà che abbiamo dovuto attraversare per stare insieme e finalmente finire insieme su quella veranda con me, ormai un vecchio scorbutico di 80anni pervertito che ancora ci prova con la sua compagna e lei, una splendida donna, un angelo in terra che sorride e lo abbraccia per non farlo rischiare di cadere. Vorrei tu potessi vedere ogni singola lacrima che scende dal mio viso mentre scrivo, vorrei avere il potere e la forza di sistemare tutto questo dolore e questo passato, vorrei avere avuto la consapevolezza e la maturità che servivano a restare al tuo fianco, vorrei essere stato forte, vorrei avere ancora il tuo viso tra le mani e dirti ancora una volta :"Non temere, un giorno sarà più semplice." Non c'era bisogno, non c'era mancanza, solitudine in tutto ciò che ho vissuto con te. Io ti ho desiderato, dal primo secondo che ti ho vista al pozzo e ti ho abbracciata senza nemmeno averti mai parlato, fino all'ultimo sguardo, l'ultima maledetta volta che ti ho visto. Ti ricordi cosa mi hai detto quando al pozzo ti abbracciai? "Ma tu hai sempre quella faccia li?" Ahahah, ancora mi fa ridere pensarci. Mi sento così distrutto da questa guerra con te e da questo tuo silenzio che non so quanto ancora riuscirò a gestirlo, ancora meno so se riuscirò a trovare la forza di vincerlo. Vorrei che tu capissi che cosa si prova a sentirsi un mostro. Perché è quello che mi sento di essere. Vorrei che tu capissi che cosa si prova a fare male a chi ami senza riuscire a controllare le proprie reazioni. Vorrei tu provassi a capire quanto io vorrei solo vederti e chiarire tutto questo, abbracciarti e crollare in lacrime e sparire, perché ci siamo dati troppo Virgy per finire nella guerra, nel silenzio, nell'ignorarsi completamente, ma hai ragione, è stata colpa mia e il tuo silenzio l'ho meritato e ti ringrazio, mi ha fatto crescere. Forse ti sembrerà tutto frutto della mia follia, ma in questo foglio ci sto mettendo il lato più profondo del mio cuore, per favore, abbine cura. Io non sono in grado e forse non lo sarei mai stato in grado di starti vicino, di restare al tuo fianco e di supportarti sempre, vorrei solo saperti felice, vorrei solo sapere che stai bene e vorrei tu fossi sempre serena, e se non ci sono io so che è una possibilità più concreta perché io non ce l'ho mai fatta a renderti serena. Il mio cuore batte per te ogni singolo giorno, ti penso sempre, sempre, anche quando sono preso da altro, dal lavoro, dai viaggi, dalle amicizie. Forse l'amore vero è anche questo, perché io non so se tu vorrai mai rivedermi per chiarire e uscire in pace insieme da tutto questo, ma qualunque sarà la tua decisione sappi che io ti amerò sempre e ti vorrò sempre bene. Anche se tu mi dovessi odiare, anche se volessi dimenticarti di me, anche se non sono che stato un errore della tua vita, anche se sono il più grosso rimpianto, anche se ormai sono solo parte di un passato morto che ti è indifferente e freddo, io ti amerò sempre, ti vorrò sempre bene, sarò sempre pronto a correre da te, sempre. Tu avrai sempre un posto nel mio cuore, non mi importa se deciderai di continuare a trattarmi con cosi tanta indifferenza, se non vorrai mai vedermi per sistemare le cose e chiarire, tu brucerai sempre dentro di me fino alla fine. Io sono certo che ti circonderai di buone persone che sapranno prendersi cura di te, meriti una vita splendida e piena di amore e io spero tu possa trovarlo in chi deciderai di avere al tuo fianco. Io vorrei solo lasciare alle spalle tutto quello che abbiamo vissuto con dolcezza e togliere una volta per tutte l'amaro che resta. Perché per quanto tanto ci siamo dati ce lo meritiamo entrambi, ci basterebbe fare due chiacchiere un giorno, non ti chiedo altro, perfavore, pensaci.

Ti ho lasciato nella busta degli orecchini che avevo preso qualche anno fa per te nella speranza di rivederti, spero ti piacciano e spero che tu li voglia indossare, rappresentano l'albero della vita, mi piacerebbe vederli sul tuo splendido viso di persona, ma mi limiterò a immaginarti come faccio sempre. Non chiedermi il perché sul portachiavi, l'ho trovato in spiaggia una mattina mentre lavoravo, era carino e allora ho pensato di lasciarti anche quello.

Grazie per il tempo che hai impiegato nel leggere tutto questo.

Un abbraccio, il tuo ormai vecchio pinguino. Ciao micia.

"They figure me a dead motherfucker, but I'm just a motherfucker that want to be dead"
     
 
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