Notes

serate distorte

Amo momenti come questo.
Macchina, autostrada, radio spenta, finestrini abbassati.
L'aria fresca della notte fa venire i brividi anche d'estate.
E poi un'uscita qualsiasi. Così, a caso. Magari quella più anonima. Magari quella meno illuminata.
Venti, trenta, quaranta chilometri di nulla assoluto.
Quando il buio mi è sembrato più buio del buio, ho accostato la macchina e mi sono fermato qui, una stradina sterrata che collega dozzine di aranceti.
Sento grilli e cicale cantare, zanzare giganti ronzarmi attorno.
Aperta campagna. Silenzio totale.
Un cielo stellato sopra la mia testa illumina appena l'oscuro niente attorno a me.
Tutto ha le sembianze oniriche.
Forse sono già dentro un sogno.
Il confine tra realtà e sogno può essere davvero a portata di mano.
Magari si trova in una stradina buia di campagna.
Magari si trova nel cuore della notte.
Non c'è nessuno che ti avvisa quando stai per varcare la linea invisibile che divide questi due mondi.
L'unico che può stabilirlo sei tu.
Ma io ancora non riesco a capirlo.
In questo momento nulla è più distrazione.
Nulla ha importanza.
Il giorno con la sua gente, lavoro, stress e caos.
L'unica cosa qui a raggiungermi sono le zanzare.
E il suono fresco della notte.
Il tempo adesso si è fermato. Anzi, non esiste.
L'orologio ripartirà quando il primo sole comincerà a colorare il buio di questo paesaggio.
Prima di allora, sarò solo con me stesso. Con i miei sogni. Con le mie paure.