Notes

Parini
Giuseppe Parini nacque a Bosisio il 23 maggio da una famiglia di modeste condizioni. Cominciò gli studi e all'età di 10 anni fu mandato dalla prozia Maria Lattauda a Milano che nel marzo del 1740 alla sua morte gli lasciò una piccola rendita annua a condizione che divenisse sacerdote. Diventò sacerdote il nel 1754 e comincio a pubblicare opere gia 2 anni prima una raccolta di liriche e alcune poesie di Ripano Eupilino che lo aiutarono a darlo conoscere e a farlo entrare all'accademia dei Trasformati che era uno dei centri più importanti di Milano. Qui trova un ambiente perfetto per i suoi orientamenti letterali e nello stesso anno diventa precettore dei figli del duca Gabrio Scerpelloni, questa famiglia era amante della cultura infatti aveva varie opere di scrittori e questo fu d'aiuto a Parini che imparò molto, qui cominciò a scrivere il Mattino e il Mezzogiorno che verranno pubblicati quando passa al servizio di Carlo Imbonati. 5 anni dopo assume la direzione della Gazzetta di Milano e dopo vieni chiamato per ricoprire la cattedra di belle lettere nelle scuole palatine.
Muore a Milano nel 1799

Alfieri
Nacque ad Asti il 16 gennaio 1749 da una famiglia nobile e questo ha aiutato molto alfieri poiché non si è mai dovuto preoccupare di stare ai servizi di qualcuno così da potersi concentrare sui suoi studi. a nove anni venne mandato a studiare alla reale accademia di Torino e ne uscì con il grado di portainsegna. Tra il 1767 e al 1772 fece molti viaggi tra l'Italia e l'Europa, visitò prima le principali città italiane e successivamente quelle europee, i suoi viaggi non avevano una vera e propria motivazione ma erano piu per la sua mania di stare in movimento infatti nella sua autobiografia narra che non appena raggiungeva una destinazione pensava gia di andare in un altra. Nel 1772 torna a torino dove comincia a scrivere le sue prime opere come la Tirannide o Saul. Un po di anni dopo va a Parigi però va a vivere a parigi nel peggior momento possibile poichè è il periodo della rivoluzione e quindi è costretto a fuggire da parigi e va a firenze dove muore nel 1803.
Saul
La storia di Saul si divide in 5 atti, i personaggi principali sono il re Saul, David ,suo figlio, Gionata, figlio di Saul, Micol, figlia di Saul e moglie di David
Nel primo atto vediamo David che anche se era stato cacciato che vuole chiedere al re di partecipare alla guerra contro gli infedeli, nel secondo atto abbiamo micol che cerca di convincere il re ad accettare David nell'esercito, Saul lo accetta e lo mette a diriggere la battaglia, nel terzo atto abbiamo Saul che ripensa a quello che gli ha fatto david e ripensa alla sua scelta e lo allontana dall'accampamento di nuovo, nel 4 atto vediamo saul che impazzisce e per consolarsi prova a soddisfarsi attraverso le battaglie facendo uccidere piu persone anche se questo non lo porterà a niente. Nell'ultimo atto Saul, è sull'orlo di diventare pazzo, sente il fragore della battaglia e chiede le sue armi per andare a combattere ma questo non gli viene concesso. Tutti i suoi figli sono morti in battaglia, tranne Micol che viene salvata dal sacerdote Abner. Rimasto da solo , Saul muore da re cadendo trafitto sulla sua spada.

Canto 10 purgatorio
Dante e Virgilio si trovano ora nel primo girone del Purgatorio, dove si trovano le anime che espiano il peccato di superbia. Dopo aver percorso un sentiero intagliato nella roccia, i due poeti si trovano in un pianoro deserto. Dante si accorge allora che lo zoccolo della parete della montagna è ornato di bassorilievi: il primo di essi rappresenta la scena dell'Annunciazione (vi sono raffigurati l'arcangelo Gabriele e Maria), il secondo quella del trasferimento dell'Arca e della danza del salmista David, il terzo, infine, l'aneddoto dell'imperatore Traiano e della vedova che chiede giustizia per il figlio morto Appaiono a questo punto le anime degli espiandi: a punizione della loro superbia, ciascuna di esse è gravata da pesanti massi e si percuote il petto in segno di pentimento. Il canto si chiude con la precisazione che ogni anima porta un peso diverso, commisurato all'entità del suo peccato e che sul volto di chi più è schiacciato si legge la supplica e la confessione di non poter resistere ancora a lungo