Notes

Nell’Odissea c’è una molteplicità di figure di donne, dee e ninfe, spesso polarizzate tra loro in ruoli positivi e negativi o caratterizzate dalla compresenza di aspetti benevoli e ostili verso Ulisse. Alcune di loro sono esotiche e dotate di poteri straordinari (che spesso sono il riflesso di immagini, desideri e paure ancestrali relative alla femminilità).

Se Penelope rappresenta la moglie perfetta, chi sono le «altre», come Circe e Calipso? «Diciamo che da una parte c' erano le donne "per bene", mogli, sorelle, fidanzate perfette come Nausicaa, e dall' altra le "seduttrici", donne libere che però avevano una loro funzione e sono presentate come figure positive. Circe è "cattiva" solo perché è una strega, e la ninfa Calipso è proprio deliziosa, ospita Ulisse, gli offre l' immortalità, con lui è gentilissima...

1)Penelope è la moglie perfetta per quell' epoca: lei aspetta fedele il marito per vent' anni, mentre lui ha avventure con altre donne, amori e figli.

2) Elena, per la cui straordinaria bellezza scoppia la guerra di Troia, simboleggia la figura della tentatrice, della donna fatale e, in quanto tale, rappresenta lo stereotipo di una donna maligna e pericolosa capace di ammaliare, sedurre, ingannare l’uomo e portarlo alla disperazione o alla morte. Elena è in realtà un personaggio complesso, una donna completa e determinata, capace di essere moglie e insieme amante, una donna libera ed emancipata, che sa quello che vuole e che desidera soprattutto scegliersi da sola il proprio uomo: è per tutti questi motivi temuta dagli uomini i quali si difendono trasformandola in una figura negativa e perversa.

3) Arete, donna saggia e ospitale, è una regina molto particolare perché la sua posizione è poco frequente: ella, infatti, gestisce insieme al marito – e con gli stessi suoi diritti - la vita pubblica, il potere governativo e la giustizia. Anzi, sembra avere un potere decisionale addirittura maggiore a quello del marito, al punto che, leggendo Omero, ci viene il sospetto che la società dei Feaci sia di tipo matriarcale. Nelle società patriarcali invece, come quella greca, le regine erano certamente potenti ma mai quanto i loro mariti, della cui approvazione avevano sempre bisogno per ogni decisione da prendere e per ogni richiesta.

5) Calipso, simboleggia l’ardore, la passione totale e l’amore possessivo, in quanto fa di tutto per far dimenticare a Ulisse Itaca e sua moglie, e lo tiene con sé, quasi rapito, per ben sette anni. Ma alla fine si rivela capace di amore compassionevole: quando il messaggero degli dei Ermes le comunica la richiesta di Zeus di lasciar partire Ulisse, lei, dopo averlo visto nuovamente piangere disperato, decide di lasciarlo andare. Calipso, nonostante sia una donna sola e desiderosa di avere un uomo vicino, lascia dunque vincere il suo lato generoso: il desiderio di sapere Ulisse felice ha la meglio sul suo desiderio di possesso.

6) Le Amazzoni erano un popolo guerriero di sole donne, di cui si racconta sin dalle più antiche leggende greche. Secondo il mito, si amputavano il seno destro per usare l'arco ed il giavellotto più facilmente (amazon significa in greco ‘senza un seno’). Le amazzoni erano dette anche vergini-guerriere perché rinunciavano all’amore e al matrimonio per dedicarsi esclusivamente alla guerra e alla caccia, attività maschili per eccellenza. Sono descritte spesso come donne indipendenti, orgogliose della propria libertà e di grande coraggio, talvolta odiate perché tacciate di andare contro la natura comune, talvolta amate per il loro valore e la loro forza. La figura dell’amazzone Camilla la troviamo nell’Eneide di Virgilio: principessa dei Volsci, è una gloriosa combattente destinata a morire giovanissima. Virgilio ce la descrive pari a un uomo per forza, coraggio e agilità, ma anche femminile e di incredibile bellezza.