Notes

È una delle prime Leggi sociali del Fascismo che nasce solo sei mesi dopo la marcia su Roma
(1922) ed è indicatrice di quella che sarà poi la politica sociale degli anni futuri.
Negli anni e nei secoli precedenti, né la Chiesa, né la borghesia, di qualsiasi idea politica erano riusciti a migliorare ed a rendere umana la condizione delle donne e dei bambini che erano costretti a lavorare nelle fabbriche, nelle miniere o come braccianti nelle campagne.
Le donne subivano orari massacranti, spesso in condizioni igieniche disastrose, anche quando erano in gravidanza e proprio per una gravidanza, potevano essere licenziate.
I Bambini erano avviati al lavoro in età precoce (otto - dieci anni in condizioni terribili come le miniere, le concerie, le filande ), con orari durissimi ed erano naturalmente privati di qualsiasi possibilità d’istruzione che andasse oltre il “leggere e scrivere”.
Con questa Legge, si eleva a quattordici anni l’età minima per l’avviamento al lavoro dei giovani, vengono stabilite le condizioni dell’ambiente di lavoro cui i giovani possono accedere, e viene stabilito per loro un orario massimo giornaliero.
Per le donne, si stabilisce il tipo di lavoro cui possono essere addette, la non licenziabilità in caso di gravidanza, un periodo d’attesa per la maternità e vengono migliorate le condizioni dell’ambiente di lavoro.
Una nota: nel 2002, ma in crescita già da decenni è ripreso, specie nel mezzogiorno, lo sfruttamento del lavoro minorile e la semi-schiavitù del “Caporalato” e del lavoro nero per le donne…..pur sotto l’occhio "vigile" dello stato, della Chiesa Cattolica e dei partiti dell’Arco Costituzionale che non hanno mai né denunciato né concretizzato azioni serie, forse per mancanza della volontà politica di realizzarle.